Speciale Qatar 2022

Post con aggiornamenti quotidiani dedicati ai risvolti politici di Qatar 2022 con i miei interventi, consigli di lettura o di ascolto, documenti e quant’altro riterremo interessante…

Sulla storia politica dei Mondiali di calcio con Riccardo Brizzi abbiamo scritto La diplomazia del pallone.

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Le sanzioni allo sport russo (Un commento per Lo Slalom)

Stimolato indirettamente da Angelo Carotenuto ho scritto questo breve commento sulla decisione da parte di gran parte delle istituzioni sportive di sospendere la partecipazione degli atleti russi e bielorussi dallo sport internazionale a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. Una versione di questo testo è stata pubblicata su la newsletter Lo Slalom.

Chiedersi se l’esclusione degli atleti russi dal consesso sportivo sia giusta o meno è legittimo ma serve a poco perché le decisioni prese nelle ultime ore dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e dalle principali Federazioni Sportive internazionali (FSI) non sono nel modo più assoluto il frutto di riflessioni etiche o morali, ma la conseguenza di un braccio di ferro squisitamente politico.

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La crisi ucraina e lo sport

L’esultanza di Roman Jaremčuk, le dichiarazioni di Zinchenko e Shevchenko all’indomani dell’escalation voluta da Putin col riconoscimento delle repubbliche del Donbass (rigorosamente dopo la fine dei Giochi invernali di Pechino 2022, già segnati dal cosiddetto “boicottaggio” diplomatico USA, per non irritare Xi Jiping) ci confermano una volta di più che lo sport non può essere studiato ignorando quanto avviene nella politica internazionale ma anche che lo sport può offrire nuovi angoli e nuove lenti focali per cercare di capire quanto avviene nel mondo.

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Di Maio a 90° Minuto

Domenica 13 dicembre il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è intervenuto in diretta a Novantesimo Minuto. Non ho particolari ricordi di interventi politico-istituzionali in questa storica trasmissione, costretta ora, a causa del campionato-spezzatino, a doversi costantemente reinventare, ma sono abbastanza sicuro che non sia il primo intervento di un politico in assoluto. In ogni caso in un paese calcio-centrico come l’Italia in cui da Mussolini a Togliatti, da Andreotti a Pertini, da Berlusconi a Conte (recordman di palleggi) gli incroci fra la politica e il pallone sono all’ordine del giorno.

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Parigi 8.12.2020 una data storica?

Da anni l’Uefa e, più in generale, tutte le istituzioni del calcio, promuovono importanti ma infruttuose campagne per sconfiggere la piaga del razzismo nel calcio. Del resto, non essendo il calcio un qualcosa di separato dalla società in cui viene praticato, sarebbe utopico anche solo pensare che uno spot azzeccato o qualche testimonial di successo siano in grado far vincere una battaglia culturale che non è certo circoscritta agli stadi.

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Sul “caso Daffe” si gioca la credibilità del calcio italiano nella lotta al razzismo

Riprendo a scrivere nel blog che riprenderò ad aggiornare con regolarità solo nel 2020 perché siamo di fronte a una vicenda che, sia pur nel quasi silenzio dei media mainstream, potrebbe essere fondamentale nel percorso intrapreso dai vertici del calcio italiano, FIGC in primis, nella lotta al razzismo. La questione meriterebbe di essere approfondita in contesti molto più visibili di “A Gamba Tesa”, ma impegni lavorativi universitari e un nuovo progetto/lavoro me lo impediscono…

Incominciamo con i fatti:

daffe-2Il 25 novembre 2019, allo stadio Fratelli Campari di Bagnolo in Piano (provincia di Reggio Emilia) nel corso della partita fra la Bagnolese e l’Agazzanese, valida per il campionato di Eccellenza, al 27° minuto del primo tempo di gioco Omar Daffe, il portiere della squadra ospite, viene ripetutamente insultato con degli epiteti razzisti da uno spettatore. Invece di sopportare in silenzio come troppe volte ha fatto in passato Omar Daffe decide che la misura è colma. Abbandona la propria porta e si reca verso la metà del campo all’altezza della linea laterale. Lì getta i guanti a terra e sconfortato abbandona il terreno di gioco… “Prima di essere calciatori dilettanti siamo uomini”, ha dichiarato alle telecamere del tg3 locale. Del resto quando si sentono certi insulti che tendono a negare l’umanità stessa il gioco smette di essere gioco… Continua a leggere

Superga 70 anni dopo

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Qualche giorno fa twittavo: “Il settantesimo di Superga conferma che ad oggi il Grande Torino è molto più memoria che storia“. Un’impressione che tenderei a confermare anche a freddo. Tante le iniziative e le pubblicazioni.

Su Bibliocalcio (bel gruppo fb di bibliofili calcistici) sono state mappate le ultime pubblicazioni. La più importante mi sembra essere la traduzione in italiano della biografia di Erno Erbstein.

Anche la Rai ha fatto un buon lavoro. In particolare segnaliamo: Continua a leggere

Quel pasticiaccio brutto del Trieste Running Festival

Pubblichiamo qui le riflessioni fatte a caldo sulla pagina facebook riguardo al Trieste running festival e alla decisione presa inizialmente dagli organizzatori di non invitare atleti africani operando una discriminazione etnico-territoriale. Qui di seguito il testo:

1) E’ indubbio che alcuni giornali (con l’obiettivo di indignare e fare facili click abbiano esagerato… la mezza maratona non sarebbe mai stata “vietata agli atleti africani” come inizialmente scritto da Repubblica.

2) La frase “Quest’anno abbiamo deciso di prendere soltanto atleti europei per dare uno stop affinché vengano presi dei provvedimenti che regolamentino quello che è attualmente un mercimonio di atleti africani di altissimo valore, che vengono semplicemente sfruttati e questa è una cosa che non possiamo più accettare”, detta dall’organizzatore Fabio Carini messa in questo modo è discriminatoria e inaccettabile. Posto che la giustificazione è oscena e non ha senso… Continua a leggere

Considerazioni in libertà sulla Supercoppa in Arabia Saudita

Il 16 gennaio 2019 si giocherà a Gedda, in Arabia Saudita la Supercoppa italiana 2018. Fin dal 6 giugno 2018, sul gruppo facebook “Sport, cultura e politica” avevamo segnalato le criticità di una simile scelta, gli interessi sauditi nell’offrirsi di ospitare l’incontro. Al momento non ci sono state particolari inchieste a 360° su questa decisione, come si era auspicato all’epoca. Tuttavia, grazie alla campagna di sensibilizzazione promossa dall’USIGRAI i fari mediatici si sono accessi sull’Arabia Saudita e c’è stato chi, come Avvenire, invece di cercare di vendere indignazione ha usato le sue pagine sportive per raccontarci la difficile realtà delle calciatrici saudite. Continua a leggere